' Io, Ciccione' è la trascrizione romanzata dell'autobiografia su dittafono di Roscoe 'Fatty' Arbuckle, il più importante attore americano prima dell'avvento di Chaplin, protagonista del primo grande scandalo hollywoodiano. Quella di Fatty è la classica storia della nascita di una stella, protagonista del american dream, che dopo un'infanzia povera e tormentata arriva ad essere l'attore più pagato del cinema americano, più di un milione di dollari l'anno negli anni Venti, per poi precipitare in inferno infame, che gli costerà tutto, in seguito a un enorme scandalo a sfondo sessuale.
Il libro è diviso in varie parti, a loro volta suddiviso in microcapitoli, nel quale il protagonista racconta la sua storia, che incrocia quella di altre star del periodo come Chaplin o Keaton, costellata di amori improbabili, tradimenti, lusso e povertà, successi e delusioni tra fiumi di droga e alcol. Il libro di per sé è leggibile anche se di certo non eccezionale, anche a causa di un'indulgenza del protagonista verso se stesso che si dipinge come un'anima pura e ingenua in balia degli eventi e dello spietato mondo dello show business. Oltre agli inevitabili aneddoti irriverenti sui colleghi del periodo, la parte più interessante del libro sono i numerosi aforismi e modi di dire del protagonista, che costituiscono l'elemento narrativo più accattivante del romanzo.
Mi spaventai così tanto che lasciai cadere la Guinnes che avevo nascosto sotto il soprabito. Splat! Avevo ancora i nervi a fior di pelle per l'astinenza da eroina. E questo era motivo di superlavoro per l'alcol.
Questa è la cosa più strana quando si ha un mare di soldi: quando finalmente puoi permetterti di pagare in contanti qualunque cosa, tutti vogliono farti credito.
Ingurgitava cocktail con la stessa velocità con cui sollevava il bicchiere dal bancone.
Io sono un credulone- credo sempre a un uomo che dà la colpa dei suoi problemi all'alcol.
L'unica cosa che lavora più lentamente del mio cervello è la mia digestione. E in entrambi i casi finisce tutto in merda, dopo.
Quando ti succede la peggiore cosa del mondo, ti sembra assolutamente reale. È questo che la rende così brutta. È tutto il resto che ti sembra un sogno.
(citando Jonathan Swift) si striscia nella stessa posizione in cui ci arrampica.